Il Palleggiatore
1 Palleggio, alzata, il fondamentale più difficile. Palleggiatore, alzatore, regista, il ruolo più discusso della pallavolo. Un gesto che nella sua massima espressione può essere considerato metaforicamente come la pennellata di un grande artista. Nel volley l’alzatore non si deve limitare a “passare”il pallone ad un suo compagno ma deve “servirlo” nel miglior modo possibile, metterlo nelle condizioni più agevoli per scagliare il pallone al di là della rete. Il palleggiatore ha una funzione primaria nella pallavolo. E’ il giocatore che tocca la palla in ogni azione del gioco, è colui che detta le strategie di gioco, è l’anima e il cervello del team.Con l’obiettivo di ricercare le caratteristiche che contraddistinguono il giocatore di alto livello, il percorso di costruzione che porta un giocatore dal settore giovanile a una squadra di livello nazionale, do inizio al mio percorso di approfondimento e quindi di elaborazione delle mie considerazioni sulla complessa “figura” del palleggiatore ponendomi le seguenti domande:a) quali sono le caratteristiche fisiche-antropometriche e mentali che l’atleta deve possedere?b) quali tecniche-abilità motorie specifiche e caratteristiche tattiche deve apprendere?A una prima analisi delle caratteristiche fisiche fondamentali per un palleggiatore, non vi è dubbio che al primo posto compaiano le mani; la capacità di padroneggiarle per “trattare” la palla, l’abilità di saperle utilizzare per farla arrivare sistematicamente al compagno di gioco pulita e precisa. Riveste quindi successivamente grande importanza l’articolarità dei polsi, che determina la velocità e i tempi di uscita della palla.
2 Rispetto al tocco e alla gestione della palla vi sono poi altre caratteristiche fisiche, umane e mentali importanti, seppure di secondaria importanza:a) statura;b) caratteristiche psicologiche;c) determinazione (volere fare il palleggiatore); d) velocità di base.Preso atto delle caratteristiche personali di ciascun giocatore, il lavoro in palestra del palleggiatore dovrà riservare la maggiore attenzione:1) alla quantità di palle toccate in palleggio al fine di migliorare la precisione su tutti i tipi di tecniche di palleggio;2) al punto di impatto della palla rispetto al corpo – in posizione neutra-, sopra alla testa che è fondamentale per il giocatore di altissimo livello.Le tecniche e le abilità motorie e tattiche da acquisire per un palleggiatore sono molteplici, così come i suoi compiti, che tuttavia è possibile sintetizzare in tre principali punti:1) aspetti tecnici;2) tattica di gioco;3) conduzione strategica della gara.1) – ASPETTI TECNICI 1) – ASPETTI TECNICILa tecnica di alzata di cui ogni giocatore deve disporre è una “nota distintiva” più sofisticata della sola tecnica del palleggio, che pure è necessario conoscere perfettamente per essere dei bravi alzatori; più analiticamente è possibile affermare che nell’apprendimento del palleggio si insegna ad andare in anticipo sulla palla, per potere eseguire il gesto, lanciando bene la palla con le mani sopra la fronte ed eseguendo la spinta in rapida successione con gambe, tronco, braccia, polsi e dita.Un alzatore deve progressivamente imparare a fare a meno della spinta di gambe e tronco ed eseguire le sue alzate solo con la spinta delle braccia e soprattutto
3 dei polsi e delle dita, cercando, inoltre, di eseguire il palleggio quasi sempre in salto: così facendo riesce infatti a raggiungere progressivamente il massimo della imprevedibilità, ed è questa una caratteristica che differenzia un normale palleggio, da un’alzata. L’imprevedibilità, dunque, è una peculiarità indispensabile per un alzatore (soprattutto nella fase di cambio palla) e la si ottiene con delle “buone mani” ma anche con delle “buone gambe” in grado di raggiungere sempre la palla con anticipo e di consentire il palleggio in salto. Tale aspetto va allenato molto, facendo eseguire sempre le alzate dopo uno spostamento più o meno lungo, ma con la massima rapidità; ciò è molto diverso dalla situazione di alzata da fermi con la palla che arriva in mano. Tutto questo, però, tenendo conto che la caratteristica di imprevedibilità dell’alzata è comunque sempre subordinata alla caratteristica fondamentale del buon palleggiatore: la precisione. Infatti un alzatore può anche essere prevedibile se è preciso, ma non il contrario. In uno sport di precisione come la pallavolo, il palleggio di alzata è probabilmente il gesto tecnico che richiede maggiore precisione. “L’esattezza” di un alzatore infatti si compone di diversi parametri: precisione rispetto alla rete (palla vicina-lontana-palla corta o lunga), rispetto alla traiettoria (palla alta-palla mezza-palla veloce), rispetto alla velocità (palla super-palla da primo tempo di attacco con tutte le varianti). Ognuno di questi elementi, che insieme costituiscono la precisione di un’alzata, va allenato sistematicamente e analiticamente: ciò significa che gli alzatori, oltre all’allenamento con la squadra, sono chiamati ad impegnarsi in allenamenti individuali per incrementare le loro capacità di precisione su ogni tipo di alzata (compresa l’alzata in bagher).I VARI TIPI DI ALZATA I VARI TIPI DI ALZATANel volley attuale si tende, a livello maschile, a sfruttare tutti i nove metri della rete per far muovere i tre avversari a muro dall’altra parte, solitamente alti ma non velocissimi, sfruttando passaggi rapidi. Questo vale sia per gli schiacciatori laterali sia per i centrali. Per i primi la codifica moderna parla di quattro tipi di4alzate a loro destinate. La palla alta solitamente usata quando il primo tocco non è preciso e il regista / alzatore si deve spostare. Questo tipo di alzata si utilizza soprattutto nelle situazioni di contrattacco dopo una difesa. La palla “cinque” (o “sei” se è verso la zona due) è un’alzata morbida, solitamente quando il palleggiatore si trova staccato da rete. Questi due primi esempi di alzata hanno quasi sempre il muro avversario composto e di coppia. La “super” invece è adatta quando il primo tocco è preciso, così l’alzatore può effettuare un’alzata rapida verso posto
4 (o posto 2) per non permettere un muro composto agli avversari. La “quick” è un’evoluzione della super ed è ancora più veloce ma per questo più rischiosa perché sono alte le possibilità di andare fuori tempo tra alzatore e schiacciatore. E’ molto usata dai brasiliani, maestri da sempre del gioco vario e veloce. Questi tipi di alzate presuppongono che la palla arrivi vicino all’asta di zona 2 o 4. Si sono affermate inoltre varianti, specie a livello avanzato, per sfruttare tutta la rete e mettere in difficoltà il muro, come la “nove”, cioè una “super” verso posto 4 più corta (dietro è chiamata “quattro”). Per le alzate verso i centrali vale lo stesso discorso. Esistono poi una varietà di giochi al centro. Quello canonico è il primo tempo detto “uno”, cioè il centrale effettua l’attacco vicino al palleggiatore. Si possono quindi giocare anche la “sette” o “tesa”, un primo tempo a circa tre metri dall’alzatore, la “due” (come la “uno” ma dietro al regista), la “C” o “gancio” (distanza intermedia tra la “tesa” e la “uno”). Negli ultimi anni ha rivestito grande importanza anche l’attacco da posto sei da seconda linea. Chiamato “pipe”, coinvolge solitamente il martello in seconda linea ed è in relazione all’attacco di primo tempo del centrale. Un’evoluzione necessaria nella pallavolo moderna per aumentare il numero di attaccanti coinvolti che così diventano sempre da tre a quattro.2) – TATTICA DI GIOCO 2) – TATTICA DI GIOCOLa tattica di gioco è la ricerca della soluzione ottimale in ogni singola azione. Un buon alzatore dunque non è colui che esegue delle “giocate fantascientifiche” bensì il giocatore che, procedendo per gradi di difficoltà,
5 innanzitutto esegue correttamente la tecnica. Infatti il primo elemento di tattica consiste nell’alzare con precisione senza essere “leggibili”; a ciò, ogni tanto, si può aggiungere qualche finta tecnica (ad esempio prendere la palla sopra la testa come se si volesse, evidentemente, palleggiare rovesciato ed invece con i soli polsi, all’ultimo momento, indirizzare l’alzata in avanti).Trattando più approfonditamente la tattica di gioco dell’alzatore, è possibile distinguere ciò che riguarda la propria squadra da ciò che riguarda la squadra avversaria: nel primo caso il palleggiatore dovrà avere bene presenti le migliori caratteristiche di attacco dei propri compagni di squadra per cercare di utilizzarle al meglio, impostando i cosiddetti schemi d’ attacco. A tal proposito può impostare un gioco “stretto” (l’incrocio) o un gioco “largo” (veloce dietro e palla al posto 4 oppure palla tesa con seconda linea al posto 1) a seconda delle caratteristiche dell’attaccante al quale ha deciso di dare la palla.Esiste tuttavia anche la tattica in funzione dell’avversario. Giocare sul muro più basso oppure far “correre” molto la palla se i centrali avversari sono lenti o ancora giocare al centro se l’avversario mura “largo” e invece giocare rapido sulle bande se l’avversario mura “stretto”.E’ sicuramente più appagante e qualificante la tattica di gioco basata sulle proprie caratteristiche di attacco che non sui punti deboli dell’avversario, pur tenendone ovviamente conto; è sempre preferibile che sia l’avversario a preoccuparsi del nostro attacco anziché noi a preoccuparci troppo del muro avversario.LE SCELTE DELL’ALZATORE LE SCELTE DELL’ALZATOREAl pubblico spesso risulta complicato capire i motivi per i quali un’alzata viene indirizzata a un giocatore piuttosto che a un altro. La risposta risiede nella complessità delle scelte che ogni regista deve compiere sia per ogni singola azione sia nel contesto di una partita. Scelte che rientrano nella tattica di gioco, preparata a tavolino, che tiene conto sia delle qualità della propria squadra sia
6 dei difetti da sfruttare dell’avversario. La tattica di gioco, il sapere leggere le varie sfaccettature di ogni partita, devono far parte del bagaglio di ogni regista. In generale, ogni alzatore deve cercare di predisporre il proprio gioco in due direzioni: cercare di sfruttare al meglio i propri attaccanti e ricavare i maggiori vantaggi delle carenze del muro avversario.L’ ALZATORE: CROCE E DELIZIA L’ ALZATORE: CROCE E DELIZIAQuello dell’alzatore / regista è quindi il ruolo in cui la componente mentale risulta forse più determinante che in altri ruoli. Il regista è sempre al centro dell’azione, praticamente in uno scambio su due del match tocca sempre la palla. Spesso determina vittorie e sconfitte, anche se agli occhi del pubblico inesperto fa un lavoro oscuro. L’alzatore è continuamente sottoposto a una serie di pressioni, come la responsabilità di dover gestire ogni situazione di attacco e quindi effettuare delle scelte che si rivelano perdenti o vincenti, con le quali bisogna convivere e superare. E’ questa la differenza tra un buon regista e un ottimo regista. Colui che opta per la scelta giusta al momento giusto.3) – CONDUZIONE STRATEGICA DELLA GARA 3) – CONDUZIONE STRATEGICA DELLA GARALa conduzione strategica della gara è la capacità del palleggiatore di memorizzare ciò che è avvenuto, dal punto di vista tattico, nelle varie situazioni di gioco, e catalogare le sei rotazioni che caratterizzano la pallavolo.C’è dunque un importante coinvolgimento della memoria che serve a trarre informazioni utili per il proseguimento del gioco: in altri termini, l’alzatore gioca una partita nella partita e questo suo “match personale” si disputa contro i centrali avversari.Come in ogni sport a squadre le abilità tattiche e strategiche si sviluppano soltanto con il gioco (ben poco si può fare solo con l’allenamento) e costituiscono quel bagaglio di esperienza che tante volte fa la differenza. Per questo motivo è importante che nel curriculum di crescita sportiva di un alzatore siano comprese esperienze di gioco almeno a partire dall’Under 14 / Under 16 con moduli di gioco che prevedono più di un palleggiatore in campo. E il
7 percorso ideale per consentire ai giovani alzatori di capire e acquisire le problematiche dell’attacco dal punto di vista dello schiacciatore; un’esperienza estremamente formativa.Nella scelta delle esercitazioni per l’impostazione tecnica e la didattica del palleggio d’alzata, si tiene conto quindi delle seguenti priorità:1) Impostazione del palleggio con le mani sempre sopra la testa (meglio se in salto), per far partire l’alzata sempre più in alto possibile.- Capacità di anticipare la palla muovendosi rapidamente sulle gambe (e non aspettare che la palla arrivi).- Precisione dell’alzata sia rispetto alla rete (vicina o lontana), sia rispetto alle astine (corta o lunga), sia rispetto alla velocità della traiettoria (alta o “super”).2) Imprevedibilità del palleggio (soprattutto non dare possibilità di lettura fra palleggio avanti e palleggio dietro).- Altri elementi di tattica. – Alzate in bagher.DUE GRANDI INTERPRETI DEL RUOLO DI PALLEGGIATORE DUE GRANDI INTERPRETI DEL RUOLO DI PALLEGGIATORE1) – Fabio Vullo è il nome che si associa per antonomasia al palleggiatore in Italia. Una scuola che ha prodotto tanti campioni un questo ruolo. Vullo è stato uno dei primi alzatori dotati di ottime caratteristiche fisiche. Vista l’altezza (quasi due metri), ha cominciato a giocare nel ruolo di schiacciatore. Infatti nei primi due anni della sua carriera a Torino, da giovanissimo, il suo allenatore usava giocare con due palleggiatori contemporaneamente per sfruttare le doti di attaccante di questo eccellente regista. Da lì, una carriera ventennale che lo ha portato a vincere tutto, nel Modena prima, poi nella mitica Ravenna di Kiraly e Timmons, con quel suo palleggio molto “tenuto”, riuscendo fino all’ultimo a nascondere la direzione dell’alzata. Atleta di grandi capacità e dal carattere
8 forte, non ha purtroppo goduto di molta fortuna con la maglia azzurra, ma questo non ne sminuisce la grandezza.2) – Fefè De Giorgi, l’ultimo grande “artista” della pallavolo a combattere con il fisico. Ha smesso di giocare a quarant’anni e forse poteva ancora dare tanto sul campo ma ha preferito iniziare subito, con profitto, la carriera dell’allenatore. Nonostante la statura, inferiore a un metro e ottanta, grazie alle eccellenti capacità atletiche, a una abilità e padronanza invidiabili delle mani, oltre che alle doti umane anche fuori dal campo (con una, tanto riconosciuta quanto rara, capacità di “fare spogliatoio”, è stato indubbiamente uno dei massimi esponenti della pallavolo italiana e non solo. Julio Velasco e i suoi successori lo hanno sempre convocato in “Nazionale”, per fare da secondo, per essere un faro, un punto fermo, una roccia alla quale appigliarsi nei momenti difficili.Allenatore Luciano Molinari